La pensione integrativa. 3 aspetti fondamentali da tenere in considerazione.

Innanzitutto bisogna considerare che esistono vari intermediari in grado di offrire la sottoscrizione di una pensione integrativa: la banca, il promotore finanziario come anche una compagnia assicurativa. Il promotore finanziario ho un rapporto più completo con il cliente dal momento che, gestendo solitamente l’intero patrimonio, ha un’immagine completa e può fornire utili suggerimenti. 

In secondo luogo bisogna tenere a mente il tipo di pensione integrativa legata ad una duplice valutazione. Si può puntare sul massimo della deduzione fiscale, il massimo versamento annuo deducibile consiste in 5.165 euro, oppure prediligere quella che viene denominata come “demografia”, ossia una rendita calcolata in base all’ età anagrafica del sottoscrittore. Il discorso qui è molto complesso e ha bisogno di ulteriori approfondimenti. A mio avviso è consigliabile perseguire entrambe le strade.

Un terzo aspetto da tenere presente è quanto accantonare in una pensione integrativa. Molto spesso mi viene rivolta questa domanda: quanto posso accumulare in un anno? La risposta è molto semplice: tutto quello che vogliamo. Io personalmente che faccio questo lavoro, destino il 100% del mio risparmio, per la mia pensione integrativa. Non so cosa succederà tra 5 o 10 anni, so solo che quando arriverò alla pensione riceverò meno della metà del mio ultimo stipendio. So esattamente che se non metto soldi da parte durante la mia età lavorativa, mi troverò con un a pensione che mi costringerà a cambiare radicalmente il mio tenore di vita. Il mio obbiettivo, ed è un’esigenza mia personale, consiste nel sopperire a quella falla che la parte pubblica lascerà scoperta in età pensionabile.

Come affrontare dunque la pensione integrativa? Ci sono tanti modi per farlo ma riassumendo il tutto in una frase: è sufficiente mettere via qualche cosa, prima lo si fa e meno si deve accumulare ogni anno.