Come si calcola il rischio di un investimento finanziario?

Gli investimenti di natura finanziaria sono operazioni che vanno affrontate con la giusta conoscenza degli strumenti finanziari.
Il rischio di un investimento finanziario deve essere calcolato in maniera oggettiva e questo calcolo viene sviluppato in maniera matematica attraverso l'interpolazione lineare di indici finanziari. Questi dati vengono raccolti ed interpolati mensilmente per un periodo che varia dai 15 ai 20anni.
La statistica è fatta per arrivare a delle "medie" che per definizione sono inesatte.
Nonostante tutto, le medie sono essenziali per codificare dei parametri che si avvicinino, il più possibile, a descrivere il rischio potenziale di un investimento.
Il rischio si potrà dunque anche scostare dalla media matematica ma si avvicinerà molto a quell'indice.
Bisognerà dunque calciare il rischio dell'intero portafoglio (azioni, obbligazioni e valute) e il risultato sarà un numero espresso in termini percentuali o, come nel caso della mia azienda, in un insieme di valori compreso tra 1 e 100.
Da 1 a 9 il portafoglio viene considerato di "conservativo", da 9 a 15 "prudente" e così via…
Il consulente finanziario sa bene che deve esistere una corrispondenza tra quel parametro oggettivo del rischio e la propensione all'investimento espressa dal cliente.
Se un cliente ha un atteggiamento "conservativo" il suo portafoglio dovrà essere di tipo "conservativo", in un numero compreso tra 1 e 9 appunto.
Nel caso in cui rischio e propensione all'investimento non coincidano, bisognerà adeguare il portafoglio.
Il rischio di un investimento viene dunque calcolato in maniera oggettiva. Questi parametri, come detto, possono essere imprecisi ma sono sicuramente molto più oggettivi di quello che è la nostra percezione soggettiva del rischio di un investimento.
Purtroppo gli investimenti finanziari vengono spesso affrontati sulla base della nostra percezione del rischio. Una percezione soggettiva e influenzata/influenzabile da fattori esterni.
Prendiamo, per esempio, un qualsiasi articolo esposto sugli scaffali di un supermercato. La pubblicità, la posizione sullo scaffale sono tutti fattori che ci spingono a comprare un prodotto piuttosto che un'altro.
Nella finanza esiste lo stesso meccanismo e viene generato dalla nostra soggettività, dalle notizie di informazione o disinformazione finanziaria etc
In aggiunta i risparmiatori effettuano delle scelte di investimento sulla base del proprio vissuto.
I nostri genitori per esempio erano abituati a non effettuare vere e proprie scelte di investimento finanziario. E' una generazione spesso identificata con il nome di BOT People.
Andavano in banca e comperavano BOT che rendevano il 10 per cento (nonostante l'inflazione fosse al 12) ma il rendimento era identificato con una doppia cifra e questo rendeva la scelta molto meno complessa.
In questo momento il BOT vale zero. La generazione dei nostri genitori come spesso succede anche ai 40enni di oggi, ragionano ancora in questa maniera: considerano il BOT, il BTP o l'obbligazione come una scelta di portafoglio sicura. Oggi, invece, il rischio di un simile investimento è totalmente diverso.
Il rischio dunque cambia in funzione della propria percezione, del periodo storico e del paese in cui si vive (il rischio di un medesimo investimento in Turchia o in Italia viene percepito in maniera diversa).

La possibilità di calcolare il rischio finanziario tramite una percezione soggettiva deve essere completamente eliminato. Il risultato è di trovarsi costantemente in balia degli eventi e delle informazioni.

Non ci si può permettere di usare la nostra soggettività per calcolare il rischio di mercato. Il rischio di mercato deve essere calcolato esclusivamente in maniera oggettiva.