Cosa è successo ai mercati finanziari negli ultimi 30 anni?

Nel 1990 il risparmiatore non doveva penare cosa fare con i propri soldi. Era sufficiente infatti recarsi in banca ed acquistare un BOT con un tasso di interesse del 14%.

L'inflazione si attestava in quegli anni intorno al 16 per cento ma in fondo si fa sempre fatica a rendersi conto fino in fondo del reale valore dell'inflazione. Nel 2016 la situazione è abbastanza simile. I BOT sono negativi e siamo in deflazione. La grande differenza è che nel 1990 i ruoli erano ben definiti. Le Banche facevano il lavoro delle Banche. I Risparmiatori si comportavano da risparmiatori. La percezione del rischio era decisamente bassa. E le operazione speculative erano molto limitate dal momento che il risparmiatore acquistava vari prodotti che rendevano un 12% e le banche si limitavano dunque a non fare troppa impresa. Erano anni sfortunatamente percepiti come poco rischiosi ma era tutt'altro che così. Alla fine dell'anno infatti succedeva che i debiti fossero 100, i ricavi 80 e per far tornare i conti era sufficiente bilanciare tutto con l'inflazione o con i cambi. Bisogna anche aggiungere che in quegli anni potevamo essere considerati i cinesi d'Europa. Esportavamo infatti vino, scarpe e quant'altro.

Il valore non era affatto reale. Per forza che in quegli anni si acquistavano case e dopo 5 anni valevano molto di più. Si era in un periodo di forte inflazione. Tutto aumentava, non solo le case.

Ma era sfortunatamente tutto fasullo. Era un po' come giocare a monopoli. Si finivano i soldi e non appena questo succedeva c'era qualcuno già pronto a stampare nuovo denaro. Abbiamo continuato a fare questo gioco sino ad oggi. Sino ad arrivare a Tassi pari a Zero.

Oggi per assurdo il rischio è molto più basso, nonostante venga percepito molto più alto degli anni 90. Oggi infatti siamo molto più vicini ad una realtà piuttosto che a un mercato fasullo. Certo che l'imprenditore che nel 1990 aveva 45 anni. Un imprenditore che ha avuto successo in quegli anni e che aveva comprato dei buoni fruttiferi postali o dei BTP trentennali con dei tassi di interesse a doppia cifra, oggi che ha 70anni si trova che il suo BTP al 12 per cento è da poco scaduto e non capisce come mai non ci siano più quei rendimenti (o ancor peggio non lo vuole accettare). La cosa che mi preme sottolineare è che in questo momento bisogna partire da una nuova consapevolezza. Bisogna accettare infatti i tassi a zero. L'infortunio che ha avuto il Mondo in questi anni è stato il fatto di dover tagliare i tassi tante e tante volte per fare ripartire l'economia, sino ad arrivare ad una condizione di tassi a zero.

Accettiamo questo momento storico e dunque accettiamo anche che sia possibile prendere zero da un portafoglio mobiliare. Zero in questo momento è il rendimento per un investimento a rischio zero. Se voglo un rendimento maggiore devo essere consapevole che sto assumendomi un margine di rischio. Non posso pensare di ottenere rendimenti del 5 per cento a rischio zero.