Assicurazione vita come piano pensionistico integrativo

 

Una polizza vita è un risparmio forzoso utile per integrare la costruzione della mia futura pensione.

Ogni anno pago un premio e alla fine del mio piano di accumulo potrò decidere se ritirare il capitale, ovvero la quantità di soldi da me versati, o ottenere una rendita. Facciamo un esempio: Se durante il mio periodo di accumulo ho versato 100 posso fare due tipi di scelta alla fine del mio periodo di accumulo. Decidere di riavere indietro i 100 versati e rivalutati (130 supponiamo) oppure decidere di ottenere una rendita. La rendita si ottiene moltiplicando il capitale versato per un moltiplicatore. Otterrò così una pensione integrativa. La domanda che sorge spontanea in questi casi è cosa succede nel caso in cui io venga a mancare dopo pochi anni che ho deciso di incassare la mia rendita.

Cosa succede al resto del mio capitale versato?

Da pochi anni sono nate le polizze vita contro-assicurate. Ovvero delle polizze vita in cui si può designare un erede legittimo, colui cioè che riceverà la differenza nel nostro caso tra i 130 versati e i soldi incassati come rendita. Questa è una maniera per proteggere il capitale. Non solo le polizze vita permettono di proteggere il capitale in una fase di erogazione finale ma anche di emissione dei premi. Se vengo a mancare dopo pochi anni in cui ho deciso di versare un premio, i soldi da me versati verranno restituiti a coloro che sono i miei eredi legittimi. Mentre nella pensione pubblica posso scegliere solo due tipologie di rendita, la rendita vitalizia e quella reversibile, nelle compagnie private la situazione è differente.

Esiste la rendita vitalizia, il periodo certo di 10 anni, il periodo certo di 5 anni, reversibile su più teste. Nel settore privato dunque esiste una maggiore libertà di scelta rispetto al settore pubblico.