SE LA CRISI PUÒ ESSERE UN’OPPORTUNITÀ

Pubblicato su Topic Cortina

Uscire dalla profonda crisi economica, sociale e politica che Italia (e Europa) stanno attraversando si può: del resto, le innovazioni e le idee migliori nascono sempre da fallimenti e criticità. Ritrovare la fiducia, interrompere la cultura degli alibi, prendersi la responsabilità di un nuovo atteggiamento e soprattutto uscire dal concetto che in Borsa si vince facile sono i primi passi per una rinascita. Perché i rendimenti non vengono dal mercato, ma dal nostro comportamento.

Questo momento storico richiede un’analisi lucida e un sincero esame di coscienza. Sembra che la situazione sia negativa, in realtà viviamo un’occasione unica di cambiamento. Le idee più innovative e i veri cambiamenti epocali sono tutti partiti dalle macerie dei fallimenti passati. I nostri telegiornali paragonano la finanza all’economia (una è la lancetta dei secondi, l’altra è la lancetta delle ore) e ci alzano o abbassano la nostra emotività. In realtà, se non si considera l’Europa, il mondo appare piuttosto solido. L’Europa ha un problema demografico: i giovani entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi e non c’è il riciclo generazionale dell’America.

L’aspetto più grave, per la realtà politico-bancaria italiana, è che si è persa la fiducia: il voto politico dimostra che la capacità di soffrire senza una via d’uscita non è infinita. Gli italiani pensano che le banche non falliscano. Oggi le stesse banche centrali accettano il fatto che le banche possano fallire. Il “regalo” di denaro che Draghi ha fatto alle banche italiane all’1% per tre anni non è la soluzione è solo un metodo per comprare tempo. Man mano si richiederà la ricapitalizzazione privata perché lo stato non ce la farà.

Siamo al naufragio del sistema-banca tradizionale e molto vicini a una rivoluzione simile a quella che scoppiò in Italia a fine anni ’70. La situazione politica ed economica italiana ci fa vedere tutto nero e non gestiamo il denaro perché abbiamo paura. Da inizio anno la borsa italiana ha ottenuto ottimi risultati; gli investitori invece continuano a perdere. Gli Italiani sono ottimi risparmiatori (terzo popolo al mondo) ma pessimi investitori (siamo al 44esimo posto nella classifica della cultura finanziaria). Il 92% degli Italiani ha solo titoli di casa, gestiti da banche tradizionali: tutti parlano di diversificazione e si dimenticano che nel mondo finanziario l’Italia conta per l’1%.

Bisogna smettere di vivere del qualunquismo dello spread: le crisi degli ultimi anni ci hanno dimostrato quanto sia difficile prendere decisioni di investimento serene in un contesto complesso e mutevole come quello dei mercati finanziari. Le informazioni a nostra disposizione sono confuse e noi le elaboriamo come meglio ci fanno sentire: il risultato sono decisioni troppo spesso errate. Negli ultimi 30 anni siamo vissuti a pane, Bot e case. Ora tutto è cambiato, non possiamo continuare a pensare che la soluzione sia sempre e solo il rendimento certo.

Noi non siamo soddisfatti dei nostri investimenti finanziari. I motivi non dipendono dal mercato ma dalla nostra mente. Il rendimento non viene dal mercato ma dal nostro comportamento. Il mercato è più veloce di noi. Certe perturbazioni arrivano da molto lontano, inaspettate. E con altrettanta velocità lasciano spazio al bel tempo. I nostri errori di investimento non sono colpa della sfortuna: sono il frutto della naturale tendenza a seguire l’intuizione e a fare da soli. Ci dobbiamo far aiutare.

Il mondo sta andando a gonfie vele e noi italiani, invece, siamo rimasti legati a concetti di 20 anni fa. L’Italia è fallita perché non c’è più il coraggio di essere veri imprenditori. Non ci siamo adeguati ai cambiamenti, adattandoci al concetto di vincere facile. Abbiamo mille alibi, è sempre colpa degli altri. Bisogna impegnarsi e battersi per guardare l’economia e la finanza da una prospettiva diversa.