OTTAVO SALOTTO: “FUGGIRE O RESTARE IN ITALIA” - Cosa fare per i nostri figli

Questo salotto finanziario l’ho pensato in maniera diversa rispetto ai precedenti. Questa volta ho strutturato una serata nella quale interagire, durante una cena, in un ambiente tranquillo e confortevole, perché ognuno potesse sentirsi libero di esprimere le proprie idee, in un luogo che favorisse il confronto schietto e diretto.

L’obiettivo del salotto, come del resto di scrivere in questo sito, è di mettere in comune le nostre idee, che saranno certamente diverse, cercare di non farci bloccare dai nostri pre-giudizi, e poter trarre da questa occasione un confronto che ci faccia arricchire con qualche riflessione in più.

Quante volte nel mese di settembre ci è capitato di parlare dell’ingegnere campano che ha chiuso lo studio per trasferirsi a Puket o di vedere libri del tipo “vivere con meno di mille euro al mese”?

Questo ci fa riflettere, perché in questo momento ci viene chiesto di capire fenomeni che anche le istituzioni politiche e finanziarie non riescono a spiegare e noi ci troviamo a prendere delle scelte per le quali non siamo preparati: abbiamo perso le uniche certezze che avevamo. Il 20esimo secolo è finito e nel 21esimo secolo il libretto di istruzioni non funziona più.
 

Ci vogliono idee e comportamenti nuovi.

Sono pensieri che noi da piccoli, per cultura e comodità, non abbiamo mai fatto. Ci sono paesi dove è normale cambiare casa e lavoro. Per noi cambiare lavoro è un fallimento… figurarsi cambiare città o paese.

Oggi, per noi ma soprattutto per i nostri figli, potremmo comportarci pensando a un mondo che fu, ma non è detto che otterremmo gli stessi risultati.

Se guardiamo dei dati oggettivi: oggi in Italia c’è deflazione, alto debito pubblico, altissima evasione e criminalità, tassazione della casa in aumento.

L’Europa ha il 50% del welfare del mondo e produce il 18% del PIL. Essendoci però molte ricchezze accumulate, sembra assurdo, ma i flussi migratori vengono da noi. Se pensiamo al mondo come viene percepito: la forte migrazione ne è un esempio (116.000 clandestini accettati dall’Italia dal 2008 al 2013). Ci percepiscono ricchi, noi non ce ne rendiamo conto ma lo siamo.

Se ci chiediamo cosa servirà fare nei prossimi vent’anni la soluzione non è andare via o restare; è tornare a un nuovo modo di pensare e di comportarsi.

La differenza la facciamo noi, sia qui che all’estero.

La crisi non è economica ma è di testa: se uno va in Australia con gli stessi atteggiamenti non cambia nulla. Fugge ma non crea.

Se prendiamo come metafora lo sport questo è molto chiaro: ci sono regole che vanno rispettate, come allenarsi e perseverare: chi fa sport ha una gestione diversa del dolore, della fatica; sa bene cosa sia la resistenza allo stress. Oggi invece è stata creata una cultura dell’alibi, in cui si pensa che il risultato venga da fattori esterni e ci sentiamo frustrati se non vinciamo subito.

Tuttavia è proprio nei momenti di stress che spesso compiamo le azioni migliori, le scelte più giuste.

I momenti di stress fanno parte del gioco ed è proprio in essi che scopriamo le nostre capacità di affrontarli e superarli. Oggi invece c’è la resistenza al cambiamento, stiamo ancora troppo bene.

Riceviamo informazioni continuamente da internet e siamo ancora più terrorizzati che la crisi arrivi…e arriva davvero. La paura odierna è quella di perdere ciò che si è fatto o quello che hanno fatto le generazioni precedenti.

Nel nostro benessere c’è bisogno di vivere al limite nei momenti difficili e non risparmiarci; bisogna spostare l’orizzonte temporale di vita a 30 anni e non a 5 minuti.
Dopo tanti anni di tranquillità, abbiamo perso la capacità di percepire bene il rischio e siamo impreparati.

Casa, soldi, lavoro: come devo fare per gestirli? Qual è la soluzione?

Se ne esiste una, è quella di iniziare a pensare che tutti i paesi sono uguali e non ce n’è uno più forte dell’altro, dobbiamo iniziare a rinnovare il nostro modo di pensare e il nostro atteggiamento nei confronti dei cambiamenti, è proprio da qui che decideremo come pianificare la nostra vita, anche finanziaria.